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IL battistero di Albenga
Il battistero paleocristiano di Albenga è più di un monumento prestigioso ed unico, non solo per la Liguria ma per tutto il mondo tardo antico: costituisce un simbolo, una sorta di faro urbano e di richiamo fra i più eloquenti, non esclusivamente per gli studiosi, ma per chiunque si voglia accostare alle fonti concrete del cristianesimo occidentale e della civiltà medievale.
Il territorio di Albenga fu strategicamente molto importante durante l’impero Romano perché era attraversato dalla via Julia Augusta che dalla pianura padana conduceva verso le Gallie ed era un importante porto commerciale.
Nel IV secolo Albenga gravitava sotto la diocesi di Milano e fu così che tra il V e il VI secolo si decise di costruire, di fianco al palazzo comunale, una cattedrale affiancata da un battistero nel centro della città.
La costruzione in laterizio si presenta esternamente a pianta poligonale irregolare nella parte inferiore mentre nella zona superiore si erge un tamburo ottagonale su cui si aprono finestre centinate incorniciate da arcate cieche.
La pianta inferiore è in realtà una pianta ottagonale con due angoli smussati per adattare la struttura alla viabilità dell’epoca. Vi si accede da una scala che scende dal piano stradale attraverso quattordici scalini, Il battistero all’esterno è circondato da una intercapedine scavata durante i restauri di inizio novecento che preservano la struttura dall’umidità dato che è interrata di due metri e mezzo. Il motivo dell’innalzamento del suolo è dovuto ad un dissesto idrogeologico causato dalla deviazione del fiume Centa in epoca medioevale.
L’interno è costituito da otto lati con la presenza di sfondate nicchie quadrate con copertura a botte e semicircolari con copertura a catino, queste ultime affacciate all’esterno con finestre in arenaria traforata con decori tipici dell’arte longobarda.
Gli archi a tutto sesto al di sopra delle nicchie sono sostenuti da pulvini parallelepipedi fungenti da mensole al di sotto dei quali si sviluppano colonne di reimpiego provenienti da altri edifici romani, con capitelli in stile corinzio, che hanno solo funzione decorativa e non portante.Sedici sono gli archi assiali e angolari sull’ottagonale tamburo superiore, corrispondenti alle sottostanti nicchie impostati su lesene.
L’attuale copertura lignea della cupola è frutto della rivisitazione che compì l’architetto Alfredo d’Andrade nel XX secolo, che portò alla demolizione dell’originaria cupola credendo che essa fosse un’opera rinascimentale e quindi non consona allo stato antico del battistero. Studi più approfonditi hanno stabilito che la demolita cupola era invece risalente al periodo tardo romano dove si utilizzò per la costruzione la tecnica della sistemazione delle anfore conglobate nella volta.
All’interno, al centro troviamo l’antico fonte battesimale ottagonale e, sopra la nicchia a base quadrata di fronte all’ingresso, un magnifico mosaico di grande interesse artistico, ancora ben conservato. Il battezzando era tenuto ad immergersi nella vasca con lo sguardo rivolto verso tale nicchia, nella cui decorazione sono racchiusi molti simbolismi teologici. Il mosaico è dominato al centro dal monogramma di Cristo racchiuso in tre cerchi concentrici (simbolo della Santissima Trinità) riportanti ciascuno le lettere greche alfa e omega. Le lettere sono la prima e l’ultima dell’alfabeto greco e indicano inizio e fine ossia la totalità delle cose che è racchiusa in Dio, ove gli opposti/estremi coincidono. La ripetizione delle lettere in ciascun cerchio indica che tutte e tre le persone della Trinità sono Dio allo stesso modo. Il Monogramma di Cristo è circondato da dodici colombe bianche di diverso accento cromatico che si dirigono verso un cerchietto con al centro una piccola croce rossa, simbolo antichissimo del mondo. La rappresentazione sta a ricordare i dodici apostoli inviati da Cristo a predicare nel mondo e a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nella lunetta di fondo si notano due agnelli che si avvicinano alla croce gemmata e pascolanti su un prato fiorito (simbolo del Paradiso). Gli agnelli rivolgono lo sguardo alla croce, rappresentata in modo prezioso quale strumento di vittoria e di gloria. Sul frontone è invece riportata la dedica e i nomi di alcuni santi le cui reliquie erano probabilmente conservate nel pavimento. Lo sfondo del mosaico presenta un cielo stellato, con stelle a otto punte, circondato da una cornice di fiori di otto petali. Il numero otto ricorre frequentemente ad indicare l’ottavo giorno (domenica), dopo il settimo che era il sabato, in cui, secondo i fedeli, Cristo vinse la morte con la risurrezione.